Ressa: A proposito del fentanyl ricordo che ci possono essere mancate risposte per un assorbimento alterato (ad es. per il sudore), differenti quote di assorbimento nello stesso individuo da un giorno all’altro e anche differenza di assorbimento tra un paziente e l’altro; per questi motivi spesso il medico non sa quanta dose del farmaco è realmente disponibile. Inoltre dobbiamo ricordare che è possibile l’associazione con la morfina ma non raccomandabile, salvo che un uso saltuario della morfina in paziente in terapia cronica con fentanyl.
Rossi: Ricordo anche che recentemente (luglio 2005) la FDA, a causa di gravi reazioni di ipoventilazione pericolose per la vita, ha consigliato di usare il fentanyl solo in pazienti che hanno dimostrato di sopportare la morfina e nei quali questa ha fallito (www.fda.gov/cder/foi/label/2005/19813s039lbl.pdf).
Dalla Via: La morfina è poco prescritta nel nostro Paese, per ragioni storiche e culturali. Nelle Facoltà Mediche, dagli anni 60’ agli anni 80’ veniva presentata come farmaco cardiovascolare, da utilizzare in caso di edema polmonare od infarto miocardio. Di fatto è il cardine della terapia antalgica del malato terminale.
La terapia s’inizia con una dose di: • a. 10 – 30 mg. per os nel Paziente in terapia con FANS • b. 30 – 60 mg. per os nel paziente in terapia con Oppioidi deboli La dose totale va divisa in due dosi singole ogni 12 ore per le formulazioni a rilascio controllato e in quattro dosi singole, una ogni sei ore, per la formulazione pronta. Passando dalla terapia orale a quella parenterale il rapporto è circa 3:1 (30 mg. p.o. corrispondono a 10 mg. per via parenterale; esiste ovviamente un certo scostamento tra via e.v. e s.c.)