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L'attività fisica come mezzo di prevenzione cardiovascolare
Inserito il 21 febbraio 2006 alle 19:04:00 da M. Bolognesi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
E per quanto riguarda la prescrizione di attività fisica in presenza di ischemia o aritmia (rischio da moderato ad alto)?

Bolognesi:
Per effettuare prescrizioni in questi casi, sono necessari test iniziali e supervisione medica. La manifestazione dell’aritmia o dell’ischemia può variare, ma generalmente include la tachicardia ventricolare, aritmia sintomatica o che causa instabilità emodinamica, disturbi toracici che simulano l’angina, depressione ECG ST ≥ 2 mm o una diminuzione della pressione sistolica ≥20 mm/Hg.
In questi casi, i test fisici vengono effettuati nel consueto modo, ma l’intensità di lavoro viene calcolata tenendo conto anche della condizione cardiaca. Se il test è condotto ad un alto livello di sforzo, un battito dal 50 al 60% rispetto al massimo, può essere usato come riferimento se è inferiore di almeno 10 battiti per minuto rispetto al battito massimo riscontrabile nella determinata condizione patologica. Altrimenti, viene sempre considerato punto massimo di allenamento un battito che va al di sotto dai 10 bpm rispetto al battito massimo riscontrabile nella determinata condizione patologica, ossia ad esempio la soglia ischemica o aritmica inducibile dallo sforzo.
È consigliabile che questi soggetti abbiano una riabilitazione cardiaca controllata e una rivalutazione che li riconduca ad uno stato di rischio basso. Un test di controllo deve essere ripetuto ogni anno.

Rossi:
Per favore, puoi trarre le conclusioni di quanto abbiamo fin qui detto?

 
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