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L'attività fisica come mezzo di prevenzione cardiovascolare |
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pag 8
Bolognesi: Con l’invecchiamento della popolazione e la sopravvivenza di molti più soggetti ad eventi coronarici, è necessario aumentare l’attività fisica. Molti soggetti trarranno beneficio dall’esercizio fisico controllato, anche se per breve periodo. Questo è importante sia per favorire l’incontro tra l’attività fisica e il soggetto (che può anche non aver mai praticato sport), sia per valutare le possibili complicazioni che l’attività fisica può determinare al soggetto, come aritmia, scompenso cardiaco, dolore toracico o alterazioni del tratto ST all’ECG. Il cardiopatico, sulla base della valutazione può essere definito di rischio basso, moderato o alto, e quindi si può instaurare l’adeguata riabilitazione cardiaca. Nella prevenzione secondaria, molti soggetti possono essere classificati come a basso rischio e possono eseguire l’attività fisica in casa o in palestra. L’intensità può essere minore, la frequenza maggiore con opportuni cambiamenti nel tempo. Si raccomanda sempre di eseguire il test di controllo ogni anno. Per concludere: lo sviluppo di strategie per l’attività fisica, nella prevenzione sia primaria che secondaria dovrebbe tenere conto anche della spesa energetica in kilocalorie generalmente misurate in una settimana. Le indicazioni precedentemente esposte comprendono teoricamente 5-6 ore di attività fisica variata nell’arco della settimana. L’esercizio fisico dovrebbe essere individualizzato e includere sia attività aerobiche sia attività di resistenza specifica con attrezzi o pesi. I benefici dell’esercizio dovrebbero migliorare lo stato fisico e la qualità di vita delle persone soprattutto se associato a modifiche globali dello stile di vita.
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