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Diabete
Inserito il 21 febbraio 2006 alle 19:16:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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La repaglinide è un nuovo farmaco che agisce stimolando la secrezione di insulina pur avendo una struttura diversa dalle sulfoniluree. Sembra efficace come le sulfoniluree nel controllo dell'iperglicemia ma non esistono dati di sicurezza nel lungo termine e neppure è nota l'utilità sugli esiti clinici.
I glitazoni (rosiglitazone e pioglitazone) agiscono aumentando la sensibilità dei tessuti periferici all'insulina; oltre a questo sono in grado di migliorare l'ipertensione e l'ipercolesterolemia. Questi effetti li hanno resi particolarmente interessanti, ma vi sono preoccupazioni circa il loro profilo di sicurezza. Possono provocare infatti, specialmente in associazione all'insulina, aumento di peso e ritenzione idrica e perciò vanno evitati nel paziente scompensato o cardiopatico sintomatico [11]. Sono state segnalate anche reazioni epatiche ed ematologiche per cui è necessario un monitoraggio frequente della funzionalità epatica e dell'emocromo durante il loro uso.
Recentemente è stato pubblicato uno studio [31] in cui il pioglitazone ha ridotto il rischio di attacco cardiaco, ictus e morte. Vi è da notare però che questi erano end-point secondari dello studio mentre non c'è stato alcun miglioramento dell'end-point primario (composto da sei diversi eventi) e che il farmaco ha provocato un aumento del rischio di ricovero per scompenso cardiaco e aumento del peso corporeo rispetto al placebo.
I glitazoni sono stati sottoposti ad esame dal NICE, l'organismo inglese che valuta rischi e benefici dei trattamenti [12], che ne consiglia l'uso solo nei casi di diabete non controllato in cui l'associazione sulfoniluree/metformina sia controindicata o non tollerata.
Sempre il NICE consiglia di evitare l'uso dei glitazoni con l'insulina, anche se la FDA ha approvato il rosiglitazone in monoterapia o associato all'insulina [13]. Per il momento il ruolo di questi farmaci, rispetto alla terapia classica, rimane da chiarire [20]. Probabilmente possono avere una loro utilità nei pazienti in cui è difficile ottenere il compenso glicemico. Nell'ottobre del 2007 l'EMEA ha analizzato i dati a disposizione ed ha concluso che comunque i benefici dei glitazoni superano i rischi (vedi in: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3569).
 
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