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Diabete
Inserito il 21 febbraio 2006 alle 19:16:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
Quali sono i target di emoglobina glicata da raggiungere?

Rossi:
Le linee guida consigliano valori attorno al 7%, personalizzando però la soglia in base al paziente che abbiamo davanti. Direi di mantenersi attorno a valori del 7-8% perchè puntare su una terapia ipoglicemizzante troppo aggressiva potrebbe essere più dannoso che utile (almeno in certi tipi di diabetici), come suggerisce l’interruzione anticipata dello studio ACCORD (45,46).
Comunque l’argomento è stato diffusamente trattato in una nostra pillola a cui rimandiamo: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4056
In un’altra pillola abbiamo invece riassunto due algoritmi suggeriti dalle nuove linee guida per il trattamento dell’iperglicemia: http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4308 [48].
D’altra parte un follow-up a lungo termine dell’UKPDS porta a concludere che anzitutto è importante controllare bene la pressione e poi che nei diabetici di nuova insorgenza si può cercare un controllo più accurato dell’equilibrio glicemico. Tutto questo si potrebbe riassumere come segue:
1) nei diabetici di vecchia data, in cui verosimilmente le complicanze cardiovascolari sono già presenti, in forma più o meno manifesta, ci si può accontentare di un controllo morbido dell'equilibrio glicemico: probabilmente è ragionevole cercare di arrivare a valori di HbA1c attorno a 7-7,5%
2) nei diabetici tipo 2 di nuova insorgenza può valere la pena di adottare una terapia ipoglicemizzante più intensiva e di arrivare a valori di glicoemoglobina più bassi: probabilmente valori attorno al 6,5% sono adeguati.
Attualmente, alla luce degli ultimi studi, queste sono le posizioni condivise dalla letteratura.


Ressa:
Il medico che decide di gestire in proprio la terapia insulinica deve conoscere due fenomeni tra loro opposti: l'effetto Somogy e il fenomeno dell'alba. Vuoi parlarcene?

Rossi:
L'effetto Somogy è caratterizzato da una iperglicemia mattutina reattiva ad una ipoglicemia notturna. Si deve sospettare se pur aumentando l'insulina ritardo notturna non si corregge l'iperglicemia mattutina e se ne può avere la conferma misurando la glicemia alle 3 del mattino. La soluzione è nella riduzione (e non nell'aumento!) dell'insulina serale.

Ressa:
Quando mi è capitato di sospettarlo, l’ho detto chiaro al paziente, nessuno si è rifiutato di farsi l’autocontrollo a notte fonda.

Rossi:
Il fenomeno dell'alba è caratterizzato da un'iperglicemia mattutina dovuta ad una iperincrezione di GH nelle prime ore del mattino. Deve essere distinto dall'effetto Somogy e vi si rimedia spostando l'iniezione serale di insulina ritardo verso le ore 22-23.

Stucchi:
Visto che si parla di “effetti” e “fenomeni”, anche se non prettamente in argomento, potresti dirci qualcosa pure sulla “luna di miele”.

Rossi:
Accidenti Loris, ti diverti a complicarmi la vita? Ti rispondo ma solo perché ti conosco e so che non ci hai messo malizia, però ti concedo non più di due righe. Per "luna di miele" si intende quel particolare fenomeno che riguarda i diabetici tipo 1 i quali, dopo l'inizio della malattia e della terapia insulinica, mostrano un certo grado di ripresa della produzione insulinica tanto che il fabbisogno si fa molto basso. Tale periodo dura in genere alcuni mesi e poi la malattia si riaccende.

 
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