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Diabete
Inserito il 21 febbraio 2006 alle 19:16:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
La US Preventive Services Task Force [6] consiglia di sottoporre a screening i soggetti con valori elevati di pressione e/o di colesterolo anche se non ha trovato prove né a favore né contro lo screening di adulti asintomatici.

Ressa:
Non credo che cambi molto dal punto di vista pratico perché a questa tipologia di pazienti consigliamo, in ogni caso, delle contromisure che valgono anche se, puta caso, avessero pure un “prediabete”: calo di peso, attività fisica, dieta ipolipidica, cessazione del fumo.

Rossi:
Secondo la USPSTF infatti non è chiaro se gli interventi iniziati durante la fase pre-clinica possano portare ad una riduzione delle complicanze microvasali del diabete. Mentre lo screening può scoprire casi asintomatici in fase pre-clinica, i maggiori benefici si ottengono con interventi che riducono il rischio cardiovascolare.
E' risaputo infatti che i diabetici non diagnosticati corrono un rischio di eventi cardiovascolari almeno doppio, mentre il trattamento aggressivo dell'ipertensione e dell'ipercolesterolemia riduce la morbidità e la mortalità a 5 anni.

Ressa:
Cosa si trova in questa fase preclinica?

Rossi:
In questa fase di solito la glicemia è solo modestamente aumentata. I benefici del controllo glicemico fino a 15 anni dopo la diagnosi (o in presenza di intolleranza al glucosio) è sconosciuto ma probabilmente piccolo perché il rischio di retinopatia grave, nefropatia terminale o amputazioni a livello degli arti inferiori è basso durante questo periodo.
Gli effetti negativi dello screening includono l'effetto "etichetta" dove una diagnosi falsamente positiva può causare difficoltà nello stipulare polizze assicurative.
Inoltre trattamenti non necessari sottopongono a effetti avversi, inclusi episodi ipoglicemici.
Studi clinici sperimentali controllati e randomizzati sullo screening non sono ancora stati effettuati e la lunghezza della fase pre-clinica è sconosciuta.
Anche l'American Diabetes Association non raccomanda lo screening universale ma è più possibilista e lo prevede in tutti i soggetti > 45 anni, negli obesi, nei soggetti con parenti diabetici di primo grado, negli ipertesi e ipercolesterolemici.

Ressa:
In Italia una glicemia non si nega a nessuno e le limitazioni della USPSTF appaiono esagerate e troppo rigide.

Rossi:
Che non sia dimostrato che scoprire in anticipo il diabete comporti anche una riduzione degli outcomes non vuol dire che non sia così (almeno in alcuni casi). Senza necessariamente arrivare a somministrare farmaci, sapere se un determinato soggetto ha un diabete lieve o una intolleranza al glucosio può servire a raccomandare con maggior forza uno stile di vita più sano e a trattare con più convinzione i fattori di rischio associati. Più che a uno screening istituzionalizzato però il medico può orientarsi verso uno screening opportunistico, inserendo la glicemia tra gli esami richiesti quando un paziente, per un motivo o per l'altro, fa un controllo.
 
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