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Dislipidemie
Inserito il 22 febbraio 2006 alle 19:09:00 da M . Bolognesi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Anche qui ho alcuni dubbi in quanto gli studi che hanno valutato se la riduzione dei trigliceridi comporta una riduzione della mortalità e degli eventi cardiovascolari hanno dato risultati contrastanti. L'aggressività tipica degli americani nel trattare un fattore di rischio come i trigliceridi su cui la letteratura non è concorde mi sembra esagerata (vedi anche il capitolo sul rischio cardiovascolare globale). Non scordiamoci poi il caso della cerivastatina e della attenzione che è necessaria quando si associa un fibrato ad una statina. Mi domando se il rischio valga la candela. Per sapere esattamente cosa fare bisognerebbe fare un RCT con qualche migliaia di pazienti come Max, randomizzarli in due gruppi, ad uno dare una terapia aggressiva tale da raggiungere i target lipidici consigliati dalle linee guida e all'altro una terapia "più morbida" che si accontenti di obiettivi meno ambiziosi e poi andare a vedere cosa succede dopo 5 anni. Ma finora studi del genere non ce ne sono.
Insomma io avrei un atteggiamento più conservativo, tratterei la pressione alta e continuerei a battere il chiodo del corretto stile di vita.

Bolognesi:
Le tue osservazioni sono condivisibili, ma faccio presente che è altrettanto noto il fatto che anche la sola ipertrigliceridemia è un fattore di rischio cardiovascolare indipendente, e inoltre per ridurre il rischio di miopatia con il trattamento statine/fibrati, è consigliabile usare una dose bassa di farmaci, soprattutto statine. Dopo sei settimane i test di laboratorio indicano il glucosio a 109 mg/dl, la creatinfosfochinasi a 170 U/l, il colesterolo totale a 171 mg/dl, i trigliceridi a 160 mg/dl, l’HDL a 40 mg/dl, l’LDL a 99 mg/dl e colesterolo non HDL a 131 mg/dl. Max quindi ha raggiunto il livello minimo di LDL e di colesterolo non HDL senza sintomi di mialgia né segni di danno muscolare o miopatia. Deve però perdere ancora peso in quanto così si abbasserebbe ulteriormente il livello dei trigliceridi ed aumenterebbe l’HDL-C. A seconda delle complicazioni e della risposta lipidica, potrebbe rendersi necessario l’aumento sia della statina, o la sua sostituzione con una statina ancora più potente, sia del fenofibrato, anche se l’attuale posologia della terapia farmacologica combinata, associato ad un mantenimento dello stile di vita salutare, si ritiene sufficiente per mantenere a lungo l’attuale e ottimale quadro lipidico.
 
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