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Asma |
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Ressa: Passiamo a quella che sembra essere l’unica terapia che può desensibilizzare il paziente asmatico allergico: l’immunoterapia
Rossi: Considerare l’immunoterapia in queste circostanze: ·chiara evidenza di relazione tra asma ed esposizione ad un allergene che il paziente non può evitare ·i sintomi sono perenni o comunque presenti per la maggior parte dell’anno ·i sintomi sono difficili da controllare con la terapia, sia perché sono richiesti molti farmaci, sia perché inefficaci o non accettati dal paziente. L’immunoterapia deve essere protratta da 3 a 5 anni. I risultati clinici dell'immunoterapia sono stati a lungo controversi.
Ressa: Bah, ho un' esperienza di 25 anni di immunoterapie e posso dire che, se iniziate precocemente, mi hanno dato molte soddisfazioni; è chiaro, il paziente rimane allergico ma i sintomi diminuiscono nettamente e con essi il consumo dei farmaci.
Rossi: In effetti una recente revisione Cochrane conclude che nell'asma l'immunoterapia può ridurre i sintomi e l'uso dei farmaci, oltre che migliorare l'iper-reattività bronchiale ma non influenza comunque la funzionalità polmonare e vanno considerati anche i possibili, gravi, effetti collaterali [24]. Per molti l’immunoterapia deve essere somministrata in ambiente ospedaliero e da personale qualificato e il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per almeno 30 minuti data la possibilità di rare ma mortali crisi anafilattiche.
Ressa: Ho fatto centinaia di inoculazioni nel mio studio con adrenalina, antistaminici e cortisonici in fiale pronti sul tavolino, li ho usati solo in 3 occasioni e il paziente è tornato a casa con le sue gambe. Anche quella volta nella quale la segretaria mi interfonò, allarmatissima, informandomi che il paziente, trattenutosi in sala d’aspetto come d’obbligo, si stava gonfiando in viso “velocemente”.
Rossi: Tenuto conto che in genere i pazienti che traggono maggior beneficio dalla immunoterapia sono anche quelli che possono essere controllati con basse dosi di farmaci, che essa necessita di un’alta compliance da parte del paziente, la non sicura risposta, gli alti costi, i potenziali gravi pericoli, la necessità comunque di eseguire un trattamento farmacologico, la sua utilità è stata, in questi ultimi anni, messa in discussione. E' anche vero che secondo uno studio analizzato dalla revisione Cochrane citata l'utilità sarebbe paragonabile a quella degli steroidi inalatori.
Ressa: Sono molto perplesso al riguardo, io la propongo e la sospendo precocemente solo se il paziente mi riferisce che dopo 1 anno, 1 anno e mezzo non ha alcun giovamento. Inoltre recenti studi hanno mostrato risultati promettenti della immunterapia sublinguale somministrata per 3 anni in bambini affetti da asma da pollini [23]. Questa nuova via di somministrazione potrebbe in futuro sostituire quella classica con riduzione dei rischi.
Rossi: Per una messa a punto sulla immunoterapia sublinguale rimando a questo link: http://www.pillole.org/public/aspnuke/newsall.asp?id=3881
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