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Asma |
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APPENDICE 1. La prognosi dell'asma
I genitori dei bambini asmatici spesso chiedono al medico quale sarà il destino del figlio, se la malattia continuerà per tutta la vita o con il passare degli anni potrà migliorare. La risposta viene da studi di tipo longitidinale che suggeriscono che l'asma iniziato in età pediatrica ha in linea generale una prognosi buona. Ma questo vale per tutti i bambini asmatici? In realtà nessuno studio ha considerato gli esiti dell'asma in relazione alla severità dei sintomi. Così ricercatori australiani hanno reclutato dei bambini di sette anni e li hanno seguiti nel tempo, valutando la prognosi in relazione alla gravità dell'asma. Lo studio è iniziato nel 1964 quando furono reclutati 401 bambini (295 con asma e 106 controlli); altri 84 bambini con asma grave furono inclusi nello studio nel 1967 (età 10 anni).Il follow-up finale, quando i partecipanti avevano 42 anni, ha dimostrato che le caratteristiche dell'asma durante l'età pediatrica influenzano gli esiti a distanza della malattia. Molti bambini che avevano un asma persistente hanno continuato ad avere sintomi anche da adulti con una riduzione della funzionalità polmonare. Al contrario bambini che avevano sintomi asmatiformi intermittenti, di solito in concomitanza con infezioni respiratorie di tipo virale, generalmente sono andati incontro a completa risoluzione dei sintomi da adulti. In qualche caso questi soggetti presentano ancora sintomi lievi e intermittenti ma la funzione respiratoria è comunque normale, nonostante il fatto che , al momento in cui iniziò lo studio e per vari anni in seguito, non fossero disponibili trattamenti anti-infiammatori inalatori [BMJ 2003; 326:422].In un altro studio effettuato in Nuova Zelanda sono stati reclutati 613 bambini asmatici nati tra l'aprile 1972 e il marzo 1973, seguiti fino all'età di 26 anni con periodiche valutazioni cliniche e test di funzionalità respiratoria . All'età di 26 anni il 51,4% dei soggetti riportava episodi di broncospasmo a più di una valutazione, il 14,5% continuava a soffrire di asma, il 27,4% ebbe una remissione ma il 12,4% in seguito ripresentò la malattia.La sensibilizzazione all'acaro della polvere, l' iperreattività bronchiale, il sesso femminile e lo stato di fumatore sono i fattori che permettono di prevedere la persistenza o la recidiva dell'asma. Tuttavia il fattore di rischio più importante per persistenza o riaccensione della malattia è l'inizio precoce. I test di funzionalità respiratoria sono significativamente peggiori nei soggetti con asma persistente, come era d'altronde da aspettarsi. Gli autori concludono che circa un bambino su quattro presenta, da adulti, un asma persistente o che ricompare dopo un'apparente remissione. Gli asmatici che ripresentano la malattia da adulti spesso però non ricordano la loro storia, tanto che erroneamente sono portati a ritenere che la malattia sia iniziata tardivamente. La conoscenza dei fattori di rischio prima menzionati e i risultati dei test di funzionalità respiratoria permettono di prevedere con una certa affidabilità quale sarà il destino del bambino asmatico [N Engl J Med 2003; 349:1414].
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