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Asma
Inserito il 24 febbraio 2006 alle 09:57:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
E’ proprio quello che ho spiegato ai pazienti ma trovo una strana divergenza tra chi si misura 34 volte al dì la pressione con gli appositi apparecchi portatili e i miei misuratori di picco di flusso desolatamente pieni di polvere.
Forse non sono stato abbastanza convincente.

Rossi:
Non è solo una tua impressione: credo che tutti i MMG si riconoscano in quanto dici. Il fatto è che mentre la pressione, nell'immaginario collettivo, è una malattia da temere e da curare, l'asma viene visto come patologia solo nel momento della riacutizzazione. D'altra parte penso che sia questa diversa visione da parte del paziente che rende conto di una delle maggiori difficoltà nella gestione dell'asmatico, l'adesione alla terapia: il paziente abusa di betastimolanti quando sta male ma appena sta bene smette lo steroide. In altre parole sembra che il paziente abbia difficoltà a capire il concetto di asma come malattia infiammatoria cronica. Se questo dipenda totalmente da una incapacità dei medici a spiegare e far comprendere non so dire.
In ogni caso, per ritornare al self-management, ricordo che più che il PEF teorico conviene fare riferimento al "miglior PEF personale".

Ressa:
Se il paziente ha sintomi suggestivi ma la spirometria è normale?

Rossi:
Allora si possono eseguire test per la determinazione della ipereattività bronchiale (test di provocazione con metacolina, istamina o esercizio). La negatività del test di provocazione può aiutare ad escludere l’asma.
Se si sospetta che i sintomi possano essere dovuti a infezioni, a malattie cardiache, corpi estranei, lesioni dei grossi bronchi possono essere utili la radiografia del torace e l’ECG.

Ressa:
Richiamerei l’attenzione dei nostri pochi lettori su questo fatto: CUORE e POLMONI sono come due ciclisti che pedalano su un TANDEM, se uno dei due batte la fiacca, l’altro lavora di più.
Per questi motivi è buona regola che l’esame obiettivo del cuore sia SEMPRE accompagnato da quello polmonare e viceversa, sembra una banalità ma nella pratica quotidiana si fanno molti errori per questa omissione.

 
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