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Broncopatia cronica ostruttiva |
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Ressa: Parliamo dei rapporti tra asma e BPCO.
Rossi: Non sono del tutto chiariti. Si sostiene che nell'asma l'ostruzione bronchiale è, almeno parzialmente, reversibile con la terapia broncodilalatrice (test al salbutamolo) mentre non lo è nella BPCO. Il processo flogistico che si realizza nella BPCO ha caratteri diversi dalla flogosi dell'asma, coinvolge soprattutto le vie aeree inferiori e gli alveoli; inoltre probabilmente sono implicati mediatori diversi. In realtà ci sono asmatici cronici con patologia inveterata in cui la reversibilità è ridotta o assente e d'altra parte nel 20-40% dei casi di BPCO si può assistere ad un certo grado di reversibilità dell'ostruzione.
Ressa: Il discorso si complica, del resto la medicina rarissimamente è fatta di bianco e nero.
Rossi: Esiste un'area grigia di pazienti che a volte non siamo in grado di definire: asmatici con ostruzione non più reversibile o BPCO con ostruzione parzialmente reversibile? Per molto tempo le due condizioni sono state viste come entità separate mentre hanno probabilmente più punti in comuni di quanto non si creda: uno studio prospettico durato 20 anni ha confermato che i pazienti asmatici hanno 10 volte più probabilità di andar incontro a bronchite cronica, e 12,5 volte più probabilità di incorrere nella vera e propria BPCO indipendentemente dallo stato di fumatore [2]. Ressa: Andiamo ai sintomi.
Rossi: I sintomi della BPCO sono rappresentati essenzialmente dalla tosse più o meno produttiva, che può essere un sintomo molto precoce e non riferito dal paziente, il quale lo attribuisce unicamente al fumo, e dalla dispnea, dapprima per sforzi più o meno intensi e in seguito anche a riposo, tanto da costringerlo a ridurre progressivamente le sue attività.
Ressa: E la nostra adorata semeiotica?
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