Rossi: Una scelta iniziale consigliata dalle linee guida è l'amoxicillina/clavulanico (ampicillina/sulbactam per via im se la via orale non è praticabile) oppure un macrolide (azitromicina o claritromicina) se si sospetta da subito un micoplasma (bambini in età scolare o adolescenti). Se la scelta è stata il betalattamico e non vi è risposta (sfebbramento entro 48-72 ore ore) è possibile si tratti di un micoplasma, in questi casi si consiglia di passare al macrolide.
Nei pazienti > 60 anni sono in gioco gli stessi germi con maggior prevalenza di pneumococchi o emofili resistenti oppure stafilococchi o gram negativi: una scelta iniziale può essere quella di partire con un betalattamico associando un macrolide in terza giornata se il paziente non risponde. Se il paziente ha la coesistenza di patologie internistiche importanti si può optare per un fluorchinolonico con una buona attività contro lo pneumococco (questa scelta copre anche gli atipici) oppure una cefalosporina iniettiva a cui eventualmente associare un macrolide in terza giornata se non vi è risposta.
Ressa: Nelle ultime due tipologie di pazienti da te citati mi trovo bene con i nuovi fluorchinolonici e li uso come prima scelta; è una monoterapia più facilmente praticabile in soggetti che abitualmente hanno altri farmaci da assumere per patologie concomitanti.
Rossi: A questo schema semplificato può fare eccezione la polmonite dei pazienti anziani ricoverati in residenze protette, che per certi versi sono assimilabili alle polmoniti contratte in ospedale, in cui prevalgono germi difficili come lo stafilococco aureo meticillino-resistente o lo pseudomonas. In questi casi si può usare un fluorchinolonico associato ad una cefalosporina iniettiva oppure ad un aminoglucosidico.