Rossi: Di solito la donna interpella il proprio medico di famiglia all'avvicinarsi di quello che viene definito "periodo critico", manifestando soprattutto preoccupazioni su ciò che le potrà succedere e su quali saranno le conseguenze della cessazione dei flussi mestruali. Non di rado le preoccupazioni derivano dalla lettura di giornali o riviste dedicate alla salute che enfatizzano i rischi cardiovascolari e soprattutto quelli legati all'osteoporosi. Altre volte la donna si rivolge al medico per avere consigli circa esami o terapie prescritti dallo specialista ginecologo.
Ressa: Purtroppo anche per la menopausa vale la medicalizzazione esasperata che ha invaso praticamente tutti gli aspetti della nostra vita...
Rossi: La prima cosa da fare è ascoltare la paziente e cercare di comprendere i suoi timori. Forse è meglio evitare la solita frase che "la menopausa non è una malattia" perché la donna probabilmente non capirebbe, soprattutto se ha sintomi o se è stata influenzata da amiche o da letture circa i "pericoli" di questa fase della vita. Un atteggiamento di chiusura potrebbe portare ad una interruzione del rapporto con la paziente che può ritenersi non presa sul serio.