Rossi: I contraccettivi orali si dividono in pillole di seconda generazione (contenenti etinilestradiolo + levonorgestrel) e pillole di terza generazione (contenenti etinilestradiolo + gestodene o desogestrel). Una meta-analisi degli studi disponibili [10] conferma segnalazioni precedenti che le pillole di terza generazione hanno un rischio tromboembolico maggiore di quelle di seconda generazione. Lo stesso Ministero della Salute, in seguito alla pubblicazione di questo studio, inviò ai medici una "Dear Doctor Letter" in cui il rischio veniva quantificato come segue:
·nelle donne sane che non assumono CO il rischio di TEV è di circa 5-10 casi ogni 100.000 anni/donna ·nelle donne che assumono pillole di seconda generazione il rischio è di 20 casi per 100.000 anni/donna ·nelle donne che assumono pillole di terza generazione il rischio è di 30-40 casi per 100.000 anni/donna ·nelle donne in gravidanza il rischio è di 60 casi per 100.000 gravidanze.
La lettera del Ministero ammette anche che non vi sono evidenze per affermare una qualche differenza di efficacia e di tollerabilità tra i vari tipi di pillole. Siccome l'aumento del rischio è piccolo il Ministero afferma che non vi è ragione, per le donne che sono già in trattamento con pillole di terza generazione e la tollerano bene, di sospendere. Tuttavia quanto detto in precedenza deriva da studi osservazionali e non vi sono RCT di confronto tra pillole di 2° e di 3° generazione per cui alcuni mettono in dubbio questi dati.