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La contraccezione |
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pag 7
Rossi: Interessante...
Ressa: Comunque mi sembra che per una volta tu stia andando contro le linee guida.
Rossi: Abbiamo scelto il titolo "Manuale di Clinica Pratica" proprio perché ci interessa fare considerazioni su aspetti pratici e sui comportamenti di tutti i giorni, con i vari condizionamenti a cui dobbiamo far fronte. Lo sappiamo benissimo (e lo abbiamo rimarcato) che le raccomandazioni sono contrarie allo screening ma nella pratica ci si comporta anche in maniera diversa (e scagli la prima pietra chi non ha mai fatto qualcosa non raccomandato dalle linee guida). Altrimenti avremmo scelto il titolo di "Manuale di EBM"...
Stucchi: E' stata una tua dimenticanza o hai trascurato volontariamente di ricercare la presenza di una iperomocisteinemia e di anticorpi antifosfolipidi?
Rossi: Anche se nelle schede tecniche di alcune pillole l'iperomocisteinemia viene considerata un fattore di rischio, non so quanto in realtà essa aumenti il rischio trombotico nel caso di assunzione di contraccettivi orali. Credo che gli studi in proposito siano ancora pochi per cui direi di aspettare gli sviluppi. La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è caratterizzata da eventi trombotici arteriosi e venosi e da aborti ricorrenti e può essere primitiva o secondaria (LES, malattie virali, AIDS, neoplasie e leucemia, farmaci come la chinidina, l'acido valproico, il propanololo, ecc.). In circolo si trovano due tipi di anticorpi (l'anticoagulante lupico o LAC e l'anticardiolipina o ACA) che impediscono la trasformazione della protrombina in trombina provocando, in definitiva, un allungamento del PTT.
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