Rossi: Il problema principale è che un conto è ragionare su evidenze o dati teorici di prevalenza dei difetti genetici e calcolare quanti esami bisognerebbe fare e quale sarebbe il costo per evento tromboembolico evitato e sotto questo profilo lo screening sicuramente non è costo-efficace (come si usa dire), e un conto è il rapporto personale che noi instauriamo con la nostra paziente, con tutti i condizionamenti di tipo psicologico (per esempio il ginecologo che consiglia lo screening o la donna che lo vuol fare perché l'ha letto su una delle tante riviste che si occupano di salute) o di timore di ripercussioni di tipo medico-legale nel caso si verificasse un evento tromboembolico e noi avessimo negato lo screening trombofilico consigliato dal ginecologo o richiesto dalla paziente. Ormai le pazienti sono molto informate, viaggiano in internet...
Ressa: Insomma siamo arrivati alla medicina difensiva che io definirei più “medicina cacasotto”, perdonami la volgarità...
Rossi: Certo la medicina difensiva non è una bella medicina...
Ressa: Sarei più caustico: NON è medicina
Rossi: ... ma non dobbiamo confondere la letteratura e le opinioni degli esperti con il mondo reale. In fin dei conti sullo screening trombofilico nessuno ci ha ancora fatto un trial e le raccomandazioni derivano da analisi epidemiologiche sulla frequenza delle alterazioni genetiche e sono basate sull'opinione di esperti. Anche tu mi hai confessato, in camera caritatis e diventando rosso come un peperone, che alle poche donne che ti richiedono la pillola per la prima volta fai uno screening trombofilico di minima.