Rossi: Generalmente la depressione richiede un trattamento farmacologico quando persiste per più di 15-20 giorni e se si manifesta in forma medio-grave. La probabilità di risposta ai farmaci è più elevata qualora si tratti di una depressione non reattiva (o endogena), mentre la depressione reattiva a fattori esterni (o esogena) risponde in maniera minore e variabile. Per la verità alcuni ricercatori sono arrivati a sostenere che gli studi esistenti non confermano un vantaggio clinico significativo degli antidepressivi sul placebo e che non esistono dati convincenti che la terapia migliora gli outcomes a lungo termine e riduce i suicidi,per cui il loro uso dovrebbe essere riconsiderato [25]. Francamente mi sembra una posizione estrema: infatti questi autori sono stati criticati per aver interpretato " a modo loro" gli studi esistenti. A mio avviso non sarebbe corretto non somministrare farmaci nelle forme gravi di depressione,
Ressa: E nelle manifestazioni meno gravi?
Rossi: Nelle forme lievi invece può essere indicato non somministrare antidepressivi e rivedere il paziente a distanza di circa 10-15 giorni perché spesso la sintomatologia tende a regredire [9]. In questi casi la somministrazione di antidepressivi non è raccomandata perché il rapporto rischio/beneficio non sarebbe favorevole [9] mentre può essere utile consigliare attività fisica di tipo aerobico [21]. Negli studi clinici, attuati di solito in pazienti con depressione maggiore, si ha un tasso di risposta ad un antidepressivo di circa il 50-60%. Tuttavia la percentuale di risposta può arrivare all'80% perché chi non risponde ad un farmaco può rispondere ad uno diverso [7].