Rossi: Si. Per esempio nella distimia i sintomi depressivi sono, in genere, di intensità più lieve ma hanno un andamento cronico e fluttuante. Il paziente finisce con l'abituarsi al suo stato, tanto che spesso, se interrogato in merito, riferisce che quella è la sua natura "normale". Nelle forme più gravi la depressione comporta un isolamento del soggetto con riduzione dei rapporti sociali e talora può associarsi a sintomi psicotici (deliri, allucinazioni). Altre volte i sintomi depressivi non sono chiaramente espressi e vengono mascherati da una componente ansiosa o da molteplici sintomi somatici (depressione mascherata). Un'altra classificazione molto utile in pratica divide la depressione in primaria (o endogena) e secondaria (o esogena). La depressione primaria non è in relazione a cause apparenti mentre quella secondaria è provocata da malattie, farmaci, lutto o altro.
Ressa: Ma è facile la diagnosi di depressione? Ho letto da qualche parte che il medico di MG non riesce all'inizio ad individuare la depressione in circa il 50% dei casi [3].
Rossi: In effetti i MMG solitamente non applicano i criteri diagnostici del DSM-IV perché richiedono tempo e possono essere complessi (o ritenuti tali). Il tempo è un fattore critico. In MG il tempo medio delle consultazioni si aggira su 8-12 minuti o meno e questo può rendere difficile la completa valutazione del paziente. Inoltre molti dei pazienti visti nell'ambulatorio del MMG presentano una depressione di intensità lieve-media che può non soddisfare i criteri del DSM-IV (cosiddetta depressione sottosoglia).