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L'ansia |
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Ressa: Non è sempre così. A me è capitato qualche caso in cui il sacchetto di carta ha funzionato poco e si è reso necessario somministrare del diazepam per via parenterale. Aggiungo che non si muore di attacchi di panico, cosa che dico sempre a chi ci soffre.Andiamo avanti: le fobie.
Rossi: Le fobie sono caratterizzate dal fatto che le manifestazioni acute d'ansia si realizzano in seguito a stimoli specifici. Per esempio situazioni sociali (come cene, riunioni, viaggi, ecc.) oppure vista del sangue, contatto con animali, paura delle altezze, ecc. Alcuni manifestano la paura di comparire o parlare in pubblico perché temono di essere giudicati o derisi dagli altri. In un certo senso potremmo dire che la fobia sociale è una timidezza elevata a potenza.Quando la fobia sociale è molto pronunciata il paziente tende a isolarsi e a ridurre al minimo la sua vita di relazione.
Ressa: Da distinguere, beninteso, da chi non vuol perdere tempo con situazioni e/o persone insulse! Passiamo al disturbo d'ansia generalizzato.
Rossi: In questi casi l'ansia tende ad assumere un andamento cronicizzante: il paziente si preoccupa anche per gli aspetti più banali del vivere quotidiano, è in uno stato di tensione e nervosismo continui; spesso si associano somatizzazioni, insonnia, astenia, vertigini, oppure sensazione di testa vuota e pesante se non di vera cefalea, nodo in gola, bocca secca, parestesie al viso. Il malato riferisce sintomi apparentemente dovuti ad una malattia organica e richiede una terapia per questi mentre solo se interrogato, e non sempre, denuncia lo stato d'ansia sottostante, che alcune volte viene negato. Non di rado si sottopone a lunghi e complessi accertamenti diagnostici alla ricerca di una qualche patologia che possa spiegare i suoi disturbi, creando frustrazione nel medico e insoddisfazione nel paziente.
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