Nelle insonnie transitorie (legate a cambiamenti delle abitudini, malattie intercorrenti, eventi stressanti) la somministrazione di una benzodiazepina è spesso efficace e risolutiva. L’unica avvertenza è quella di rivalutare il paziente dopo breve tempo (15-20 giorni) per una sospensione programmata del farmaco.
Ressa: E nell'insonnia cronica, quella che più ci dà filo da torcere?
Rossi: Nell’insonnia cronica e in quella dell’anziano la terapia farmacologia ha un’efficacia minore, spesso i pazienti richiedono un farmaco alternativo, “una medicina più forte” perché non rispondono più all’ipnotico che stanno assumendo. L’efficacia delle benzodiazepine è stata dimostrata in studi clinici per periodi fino a 4 settimane. La durata consigliata del trattamento è fino a 28 settimane [1]. Tuttavia nella pratica clinica si assiste ad un uso cronico dell’ipnotico: studi retrospettivi hanno dimostrato un’efficacia soggettiva anche di anni [1]. Ci sono invece pochi dati per quanto riguarda gli ipnotici non ansiolitici.
Ressa: Purtroppo gli ipnotici sono gravati da effetti collaterali e dal rischio della dipendenza. Puoi dare alcuni consigli per ridurre questi pericoli?