Ressa: Qualche volta ci chiamano in caso di uno scompenso psicotico acuto
Rossi: Anzitutto necessario assicurarsi che lo scompenso psicotico non sia secondario, come può succedere per esempio nelle infezioni sistemiche, nella encefalopatia ipertensiva, nei traumi cranici, nell'ipossia o nell'ipoglicemia, nei deficit vitaminici o nel periodo post-operatorio specialmente negli anziani. Si deve anche considerare la possibilità che lo scompenso psicotico acuto possa essere dovuto a qualche sostanza tossica o a qualche farmaco. Di fronte ad uno scompenso acuto bisogna per prima cosa chiedersi se il paziente è pericoloso per sè e per gli altri e valutare la necessità di un eventuale trattamento sanitario obbligatorio (TSO) per il quale è necessario ottenere la convalida da parte di uno psichiatra dell'ASL e successivamente il provvedimento del sindaco. Se non si ritiene necessario un TSO va comunque valutata l'opportunità di una terapia farmacologica. Se vi è il consenso del paziente si può usare un neurolettico (per esempio aloperidolo per os) e programmare un invio allo specialista. Se il paziente non accetta conviene, a mio avviso, richiedere una valutazione urgente psichiatrica anche se i familiari talora sono dell'avviso di somministrare un farmaco di nascosto (per esempio diluendolo nelle bevande). A mio avviso si tratta di una pratica non condivisibile.