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Lombalgia |
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Vi è anche il lato positivo della medaglia: i pazienti, una volta documentata una qualche alterazione anatomica, pur se questa può non avere diretta connessione con la lombalgia, in qualche maniera riescono ad accettare e a convivere con le recidive e/o la cronicizzazione del disturbo in maniera forse migliore, perlomeno rassicurati di non avere una patologia grave. Uno studio [3] ha dimostrato che i pazienti a cui viene eseguita una radiografia denunciano più soddisfazione rispetto a quelli che non eseguono un esame radiologico, anche se ciò non si traduce in outcomes migliori.
Ressa: Io dico sempre al paziente, non affetto da forme gravi ed iperalgiche, che comunque anche se troviamo una protrusione o un’ernia la terapia è sempre, in prima battuta, conservativa e non chirurgica. Per cui scatta il famoso aforisma: ”Perché fare l’esame se le dico le stesse cose prima o dopo di esso?”. I più recettivi desistono e si risparmia denaro pubblico, viceversa non bisogna attendere troppo con gli accertamenti e l’eventuale chirurgia nelle forme gravi, con pazienti semiallettati da 20 giorni o un mese, si rischia che le radici subiscano danni tali da non poter essere riparati dalla rigenerazione nervosa. Ma veniamo alla terapia. Come trattare la lombalgia acuta?
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