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Ulcera peptica |
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pag 15
Rossi: Direi che la maggior prevenzione va fatta a monte e cioè cercando di usare i FANS solo se sono strettamente indispensabili, con grande cautela negli anziani, e per il minor tempo possibile. Quando si può meglio usare al loro posto degli analgesici tipo paracetamolo (però alle dosi efficaci vale a dire fino a 3-4 grammi al giorno). Se proprio si deve usare un FANS dare la preferenza a quelli che secondo la letteratura hanno dimostrato di essere meno gastrolesivi, perlomeno nei soggetti a rischio e se si prevede un uso prolungato. Il problema però è complicato dal fatto che l'effetto dei FANS è molto variabile e individuale (anche se in letteratura si legge che grosso modo la loro attività analgesica-antiflogistica è sovrapponibile) per cui trovi sempre quel paziente a rischio a cui i FANS meno gastrolesivi non sono di aiuto.
Ressa: E cosa possiamo dire sui coxib, dopo la tempesta che si è abbattuta su questa classe di farmaci?
Rossi: Le recenti prese di posizione dei vari enti regolatori, prima la FDA e poi l'EMEA, hanno messo molti paletti alla prescrizione di questi farmaci: l'uso dei coxib dovrebbe essere limitato al tempo strettamente necessario e con la dose minima possibile, non vanno somministrati a pazienti con patologie cardiovascolari (infarto, ictus, scompenso cardiaco, arteriopatia periferica) e attentamente valutato in soggetti con diabete, ipertensione, tabagismo, anziani a rischio. Anche la prescrivibilità a carico del SSN è stata pesantemente condizionata all'esistenza di condizioni di rischio gastrico come l'età maggiore di 75 anni (ma in questo caso entra in gioco anche il maggior rischio cardiovascolare per cui il rapporto rischi/benenfici si fa particolarmente delicato), la contemporanea assunzione di steoridi o warfarin o una pregressa emorragia digestiva o un'ulcera peptica non guarita. C'è da dire comunque che si stanno accumulando studi che sembrano indicare un rischio di tossicità cardiaca tutto sommato non molto differente tra coxib e FANS tradizionali, anche se i dati sono per ora contraddittori [16,17,18,19,20]. Lo studio MEDAL in cui sono stati paragonati etoricoxib e diclofenac per circa 18 mesi dimostra che il tasso di eventi trombotici è simile per i due farmaci [22]. Anche il paracetamolo non sembra esente da rischi cardiovascolari, specialmente ad alte dosi nelle donne fumatrici [21].
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