MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE DELL'INTESTINO Nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino l'endoscopia riveste un ruolo fondamentale in tre momenti: a. all'esordio dei sintomi per la diagnosi b. in seguito nella gestione clinica della malattia per il monitoraggio dell' evoluzione e dell'efficacia della terapia c. a lungo termine nella sorveglianza profilattica: si ritiene infatti che l'esistenza di una infiammazione cronica costituisca una condizione favorevole per lo sviluppo di neoplasie, correlata all'estensione, alla durata della malattia e alla presenza di displasia (che è considerata l'indicatore più pericoloso di rischio di sviluppo di cancro). Nella rettocolite ulcerosa (RCU) la colonscopia è importante quindi all'inizio per la diagnosi e per valutare l'estensione/gravità della malattia e in seguito nella gestione clinica qualora il paziente non risponda alla terapia per rivalutare severità e progressione (quindi il protocollo di follow-up deve essere flessibile, basato sulla risposta clinica del paziente). Inoltre 10 anni dopo l'esordio della malattia si consiglia una colonscopia annuale se si tratta di una RCU estesa, mentre il controllo annuale è consigliato 15 anni dopo l'esordio se si tratta di una RCU sinistra; in caso di semplice proctite non è necessaria sorveglianza. Nel morbo di Crohn la colonscopia è importante all'inizio per la diagnosi e in seguito per la gestione clinica (efficacia dei farmaci, complicanze); per la sorveglianza profilattica si consiglia una endoscopia annuale 10 anni dopo l'esordio della malattia. E' vero che il Crohn classicamente colpisce l'ileo terminale, ma questa localizzazione isolata è presente "solo" nel 35% dei casi, mentre nel 45% dei casi è interessato sia ileo che colon e in ben il 20% dei casi l'interessamento riguarda solo il colon. Da qui il razionale d'uso dell'endoscopia anche perché attualmente le tecniche endoscopiche permettono la visualizzazione diretta e la biopsia dell'ileo terminale. Può essere di aiuto per la diagnosi anche il clisma del tenue che mette in evidenza irregolarità, rigidità e restringimento dell'ileo terminale. E' stata proposta anche l'ecografia addominale con studio dell'ultima ansa ileale ma è necessaria una particolare abilità dell'ecografista e l'utilità maggiore degli ultrasuoni attualmente è quella di differenziare il Crohn da patologie ginecologiche che possono provocare dolore nei quadranti inferiori dell'addome e a livello pelvico e anche nel follow up di pazienti in cui la diagnosi è stata già posta.