Ressa: Non è giusto quindi parlare di portatori sani?
Rossi: Direi di no in quanto è sempre possibile, sia per l'HBV che per l'HCV, un viraggio verso una forma più grave con comparsa di danno epatico più importante. Il motivo di questo viraggio è sconosciuto. E' preferibile usare il termine "portatore" o "carrier" senza sbilanciarsi oltre. Comunque anche i soggetti ritenuti semplici portatori vanno monitorati nel tempo con periodici controlli delle transaminasi. Quando si assiste al viraggio nell'epatite B compaiono in circolo l'HBeAg e l'HBV DNA.
Ressa: Ricordo che i portatori di virus B a transaminasi normali hanno, ogni anno, il 2% di probabilità di negativizzazione dell’antigene di superficie, trasformandosi in soggetti guariti stabilmente. Quali sono i criteri per scegliere i pazienti da avviare alla terapia antivirale?
Rossi: Nell'epatite B si sottopongono a terapia i pazienti con malattia caratterizzata da attività virale intensa (presenza di HBeAg oppure elevati valori di HBV DNA) oppure da danno epatico importante. Queste sono le indicazioni più comunemente accettate per i trattamento nell'epatite cronica B: - presenza di HBeAG e ALT superiore a due volte la norma - presenza di HBV DNA e ALT superiore a due volte la norma - epatite moderata/severa alla biopsia - presenza di HBV DNA e cirrosi (in caso di cirrosi scompensata è controindicato il trattamento con interferon alfa 2b)