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Epatiti virali |
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pag 15
Nell'epatite C teoricamente tutti potrebbero essere sottoposti a trattamento ma di solito i candidati sono coloro che presentano determinate caratteristiche alla biopsia epatica come fibrosi portale e segni moderati o gravi di flogosi e necrosi. I fattori che predispongono ad una scarsa risposta alla terapia sono legati sia al virus (genotipo 1, alta carica virale, ecc.) sia all'ospite (precedenti recidive o non risposte al trattamento, presenza di cirrosi, appartenenza alla razza afro-americana, età avanzata, obesità, insufficienza renale o controindicazioni al trattamento). Per quanto riguarda il genotipo virale, il successo terapeutico si ottiene nel 40-50% dei casi nel genotipo 1 e nel 70-80% nei genotipi 2 e 3. In alcuni soggetti che hanno un'infezione da molti anni ma con minima fibrosi epatica e sono asintomatici può essere accettabile scegliere una vigile attesa. La presenza di importanti patologie coesistenti o di etilismo possono far propendere la decisione per il non trattamento. In alcuni casi la scelta se trattare o meno è incerta e si basa sulla scelta del paziente e sulla tollerabilità della terapia.
Ressa: Aggiungo che per molto tempo non abbiamo trattato soggetti positivi per il virus ma con transaminasi persistentemente normali, dopo anni si è visto, sulla base di studi bioptici, che, così facendo, omettevamo di trattare 1 paziente su 5 che invece ne avrebbe tratto giovamento (perché affetto da forme con attività istologica importante). Sulla base di queste risultanze sono partiti studi su soggetti “portatori” ma che, magari per l’età giovanile, hanno più “tempo” davanti a loro per farsi una forma grave se rientrano in quel 20% che sarebbero da trattare. Fondamento della terapia nelle epatiti croniche è comunque l'interferone.
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