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Epatiti virali |
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Rossi: Sì. Sono stati prodotti vari tipi di interferone (soprattutto con la tecnica ricombinante) ma probabilmente non c'è una grossa differenza tra di loro dal punto di vista terapeutico. L'interferone agisce sia con un'azione diretta sui virus sia grazie alla sua attività di modulazione immunitaria.
Ressa: Non è facile convincere il paziente a farsi una iniezione a giorni alterni, negli ultimi casi capitatimi, ho visto che l’iniezione settimanale facilita l’accettazione e l’adesione alla terapia. Io eseguo personalmente le prime iniezioni, mostrando al paziente come si fa, poi va avanti da solo. Il farmaco è comunque gravato da vari effetti collaterali; ho alcuni pazienti che hanno dovuto sospendere il trattamento
Rossi: Dobbiamo considerare alcuni effetti collaterali abbastanza frequenti ma di gravità lieve-moderata, rappresentati soprattutto da sintomi influenza-like, depressione, astenia, tiroidite autoimmune. Altri sintomi (di solito a comparsa tardiva) sono invece gravi come la insufficienza renale acuta, la comparsa di depressione grave con rischio di suicidio, effetti tossici sul cuore, convulsioni o lo scatenarsi di una forma di epatite cronica autoimmune. A questo proposito, prima di iniziare la terapia viene consigliato uno screening di eventuali patologie autoimmuni che potrebbero aggravarsi in seguito alla somministrazione di interferone, anche se questo può sempre accadere in corso di terapia, come già detto prima.
Ressa. Cioè?
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