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Epatiti virali |
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pag 18
Il trattamento con interferone appare limitato da alcuni fattori come il costo e l'alta percentuale di non responder. Inoltre sembra un approccio poco adatto ad una terapia a lungo termine in confronto ai farmaci antivirali disponibili per via orale. Questi ultimi sono invece più semplici da somministrare, hanno in genere effetti collaterali minimi e sono attivi in molti pazienti. Probabilmente dovrebbero essere somminstrati "sine die", però la loro sicurezza ed efficacia a lungo termine rimangono da stabilire, così come la possibile comparsa di resistenza virale. Per esempio la resitenza alla lamivudina raggiunge percentuali elevate dopo qualche anno di trattamento (fino al 60-80% dei casi) mentre fortunatamente la resistenza all'adefovir sembra meno frequente. Per ora mancano dati a lungo termine per l'entecavir.
Ressa: E nell'epatite cronica C?
Rossi: Si ritiene attualmente che la terapia migliore sia l'associazione interferone alfa pegilato + ribavirina. Il peg-interferon (di cui esistono due varianti l'alfa 2a e l'alfa 2b) viene somministrato per via sottocutanea una sola volta alla settimana La ribavirina è un analogo nucleosidico somministrato per os di solito ben tollerata. Non può però essere somministrata in gravidanza per il rischio di aborto e malformazioni fetali.
Ressa: Ricordo che il caso della ribavirina è stata una della rare occasioni in cui le disponibilità economiche del paziente sono state un boomerang, molti di essi hanno provato ad usarla da sola (quando non c’era l’INF), pagandosela di tasca propria (ed è molto cara). Sfortunatamente la ribavirina, da sola, non funziona.
Rossi: L'associazione interferon-ribavirina si è resa necessaria perché con il solo interferone appena il 10-20% dei pazienti rispondeva al trattamento (normalizzazione delle transaminasi e clearance dell'HCV RNA). Con l'associazione il tasso di risposta è ancora basso, ma si attesta sul 35-40% dei casi. Il passaggio al peg-interferon ha permesso si aumentare tale risposta fino al 50-55% dei pazienti. Rispondono meglio i genotipi 2 e 3, chi ha un basso livello di viremia prima del trattamento, se non vi è cirrosi o fibrosi grave all'esame istologico. La durata delle terapia è di circa 6 mesi nei genotipi favorevoli e di un anno per il genotipo 1. Una durata più breve (16 settimane) nei genotipi 2 e 3 non ottiene gli stessi risultati di una terapia di 24 settimane [21].
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