Rossi: La valutazione dei sintomi, gli esami di laboratorio e l'ecografia dovrebbero essere sufficienti per la diagnosi. Gli specialisti chiedono sempre anche una uroflussometria, ma si tratta di un esame poco riproducibile sul cui esito influiscono molti fattori compresi l'emotività e lo stato d'animo del paziente.
Ressa: Non la faccio fare mai. Veniamo alla terapia.
Rossi: Nelle forme lievi, che non disturbano molto il paziente, si può anche non prescrivere alcun farmaco, programmando solo un monitoraggio periodico clinico ed eventualmente strumentale, invitando però il malato a riferire un aggravamento o la comparsa di sintomi nuovi. E' stato infatti dimostrato che nelle forme lievi non c'è differenza tra farmaco e placebo.
Il trattamento medico prevede l'uso di alfa-bloccanti e di inbitori della 5-reduttasi. I farmaci si usano in presenza di disturbi che infastidiscono o condizionano la vita del paziente.
Gli alfalitici si distinguono in non selettivi (doxazosina, prazosina e terazosina) e selettivi (tamsulosina e alfusozina). Essi agiscono riducendo il tono della muscolatura liscia prostatica e hanno un effetto immediato sulla sintomatologia.
Ressa: Spesso dopo sole 48-72 ore
Rossi: Gli effetti collaterali sono rappresentati da vertigini, ipotensione posturale e astenia.