Ressa: Direi che abbiamo quasi finito. Rimane però da affrontare il problema del forame ovale pervio.
Rossi: Hai toccato un tasto dolente perché purtroppo abbiamo poche sicurezze. Le nuove linee guida della American Academy of Neurology [26] hanno recentemente affrontato la questione dei pazienti con stroke idiopatico e forame ovale pervio. La comunità scientifica ha molto dibattuto se questa condizione dovesse essere trattata chirurgicamente. Le nuove linee guida non hanno trovato evidenze a favore o contro l'approccio chirurgico, per cui sono necessari nuovi studi per poter rispondere alla domanda. Sembra comunque che i soggetti con forame ovale pervio che vanno incontro ad uno stroke idiopatico e che ricevono un trattamento non siano a maggior rischio di recidiva di chi ha uno stroke e non ha il formame ovale aperto [57]. Risulta invece che chi ha un aneurisma del setto interatriale nel 70% circa dei casi ha anche un forame ovale pervio e che gli individui giovani (< 55 anni) con entrambe le condizioni hanno un aumentato rischio di secondo stroke, ma non di morte. Oltre a non poter dire se sia o meno preferibile l'approccio chirurgico, non possiamo neppure stabilire se sia preferibile l'aspirina o il warfarin per ridurre il rischio di recidiva di stroke o di morte, anche se il rischio di emorragie minori è più frequente con il warfarin. Non è ben stabilita la relazione tra queste anomalie cardiache e lo stroke perché i dati attualmente disponibili sono equivoci.