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Ictus |
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Ressa: Se sono scomparsi non è facilissimo indurli al ricovero, parliamo ora del piatto forte, il vero e proprio ictus.
Rossi: Nell'ictus vero e proprio i sintomi sono caratterizzati di solito da emiparesi a prevalenza facciale e brachiale ad esordio acuto o talora sub-acuto (12-24 ore) associata a disturbi della parola (afasia, disartria) mentre la coscienza è di solito conservata o solo lievemente compromessa. Talora la paresi è localizzata a tutto l'emisoma controlaterale alla lesione. In altri casi il quadro clinico può esordire con disturbi della coscienza e della vigilanza (interessamento delle strutture del tronco encefalico) con stato confusionale più o meno marcato o addirittura stato di coma. Lo spettro dei vari quadri clinici comunque varia dal paziente con isolata monoparesi (solitamente dell'arto superiore) che recupera, nel giro di settimane o mesi, una discreta funzionalità, ai quadri conclamati di emiplegia, fino ai pazienti che entrano subito in coma e muoiono pochi giorni dopo in ospedale (effetto compressivo sul cervello o lesioni dei centri vitali); ma i decessi possono avvenire anche dopo alcune settimane dal ricovero per complicanze (embolia polmonare, gravi infezioni respiratorie, ecc.). Secondo alcune casististiche la mortalità ad un anno si aggira sul 30% [4].
Ressa: Ovviamente nell’ictus “classico” il paziente cade a terra e muore in pochissimo tempo, il famoso “gli è preso un colpo”.
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