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Demenza |
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pag 3
Rossi:
Col tempo compaiono infatti altri sintomi. L'eloquio può diventare sempre più difficoltoso, il paziente non riesce a trovare le parole e si inceppa. Altre volte ancora la malattia può esordire con alterazioni del comportamento come sospettosità, irritabilità, indifferenza verso l'ambiente esterno.
Come accennavi, spesso sono i parenti a richiamare l'attenzione del MMG su questi aspetti, riferiscono che il loro caro non è più come prima, che ripete continuamente i discorsi o perde la memoria di quello che ha fatto anche solo poche ore prima o non riconosce i soldi o gli ambienti, spende grosse somme di danaro per acquistare oggetti inutili o che non gli servono, dimentica aperto il fornello del gas, ecc.
Ressa:
Tuttavia siccome all'inizio i sintomi possono essere intermittenti e lievi può succedere che il medico, interrogando il paziente, non riesca a focalizzare bene la situazione e talora questo porta a ritenere che i parenti siano troppo apprensivi od esagerati nel riferire i sintomi.
A me è successo più di una volta.
Rossi:
E' in queste fasi che invece si dovrebbero usare i test formalizzati per diagnosticare una patologia che solo più tardi si rivelerà in tutta la sua gravità. Questo è importante non tanto perché una diagnosi precoce permetta un trattamento più incisivo ma perché, come si diceva prima, si possono evitare possibili danni da non riconoscimento. Con il progredire della malattia poi i sintomi diventano via via più pronunciati con comparsa anche di altri disturbi come aggressività, vagabondaggio, alterazioni del ritmo sonno-veglia, deliri e allucinazioni fino ad arrivare a quadri avanzati di non autosufficienza.
Ressa:
E’ possibile fare uno screening di massa ad un’età definita?
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