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Comuni problemi oculistici
Inserito il 20 gennaio 2006 alle 21:40:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
E' possibile distinguere le congiuntiviti batteriche da quelle virali?

Rossi:
In generale possiamo dire che quanto più è presente secrezione mucosa o mucopurulenta tanto più è probabile la genesi batterica. Più spesso sono in causa germi come lo stafilococco. In questi casi le secrezioni si accumulano sotto la palpebra e all'angolo interno dell'occhio. In Veneto, o almeno dalle mie parti, c'è un'espressione curiosa usata dai pazienti per descrivere questo fenomeno: il malato viene in ambulatorio dicendo che "ha le scarpele".
Un altro segno che ci può aiutare nella diagnosi differenziale è l'interessamento o meno delle vie respiratorie superiori: una congiuntivite con poca secrezione associata a rinite, mal di gola o tosse è quasi sicuramente di origine virale (adenovirus ma anche altri virus respiratori).
Invece una congiuntivite che si associa a disturbi urinari dovrebbe indirizzare verso una infezione da Chlamidya o una sindrome di Reiter (che, ricordo, fa parte delle spondiloartropatie sieronegative e che in alcuni casi è stata messa in relazione alla Chlamidya trachomatis).

Ressa:
Come si trattano le congiuntiviti?

Rossi:
Nelle congiuntiviti irritative bastano misure dettate dal buon senso (per esempio non esporsi alla luce solare, portare occhiali scuri, non guardare la televisione) a cui attenersi per alcuni giorni. Può essere utile l'uso di un collirio vasocostrittore come l'imidazolina o antinfiammatorio ( per esempio diclofenac) da usare per 2-3 giorni.
Nelle congiuntiviti infettive si tende ad usare di solito un collirio antibiotico perché non è sempre agevole distinguere la forme virali dalle batteriche (esistono anche forme miste in cui ad una iniziale congiuntivite virale si sovrappone una infezione batterica).
Fra gli antibiotici più usati ricordo i colliri o le pomate oftalmiche a base di tetracicline, aminoglicosidi (gentamicina, tobramicina, netilmicina) e quelli che contengono chinolonici (ofloxacina, norfloxacina) oppure un'associazione di antibiotici (per esempio cloramfenicolo e neomicina oppure cloramfenicolo, tetraciclina e colistimetato di sodio).
 
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