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Patologia ano-rettale |
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pag 5
Ressa:
E' la volta dell'ascesso perianale.
Rossi:
E' dovuto ad una infezione da germi banali delle ghiandole anali. I germi più frequentemente coinvolti sono l'E. Coli, il proteus, stafilococchi, streptococchi, ecc. ma spesso l’infezione è mista.
Ressa:
Cosa porta il paziente dal medico?
Rossi:
Il sintomo principale è il dolore, importante, spesso pulsante, talora febbre.
L'esame obiettivo mostra una tumefazione con i classici segni della flogosi, dolente, vicino al margine del canale anale. Nel caso di ascessi più profondi i segni esterni possono essere meno evidenti, il dolore più di tipo sordo ma meno intenso, però spesso vi è uno stato settico.
Ressa:
A questo proposito rimando al caso Cretinetti alla fine del capitolo in cui un’infermiera incauta ma provvidenziale permette la diagnosi.
Rossi:
Nei casi “normali”, è inutile se non dannoso tentare una terapia antibiotica, il paziente va inviato subito dal chirurgo per l'incisione e il drenaggio del pus, mentre la terapia antibiotica di solito si prescrive se vi è febbre oppure nei pazienti a rischio per la coesistenza di patologie croniche. Dopo l'incisione viene inserita uno zaffo di garza che va cambiato in genere ogni 2 giorni fino a guarigione.
Siccome gli ascessi perianali spesso possono provocare una fistola perianale (altre volte è la fistola che si ostruisce a provocare un ascesso) è importante cercare, nella cute adiacente, se vi sia un forellino da cui fuoriesce materiale purulento e di cattivo odore. Le fistole non sono altro che dei tragitti che si aprono da una parte nel canale anale e dall'altra nella cute attorno all'ano, a distanza variabile.
Anche le fistole vanno trattate chirurgicamente, purtroppo le recidive non sono infrequenti.
Da ricordare infine un tipo particolare di formazione ascessuale, la cisti del seno pilondale che si infetta.
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