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La statistica in medicina |
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pag 3
Ressa: Il rischio assoluto (AR = Absolute Risk) indica quanti pazienti (in numero assoluto) hanno avuto l’evento clinico che stiamo studiando (infarto) sia nel gruppo dei trattati con aspirina sia in quello di controllo (non trattati); supponiamo che nel primo siano 8 su 100 (AR trattati = 8) e nel secondo 10 su 100 (AR controlli = 10), avremo quindi rispettivamente, nel primo gruppo, un rischio assoluto dell’ 8%, nel secondo del 10%. La RIDUZIONE DEL RISCHIO ASSOLUTO (ARR: Absolute Risk Reduction) sarà la differenza dei due valori (10 meno 8) quindi: 2% (ARR = 2%) Lo scarto sembra piccolo e, di conseguenza, l’efficacia del trattamento bassa.
Rossi: Direi sconsolante…
Ressa: Se, però, sottoponiamo gli stessi dati alla verifica dell’indicatore della riduzione del rischio relativo le cose sembrano cambiare; questo parametro, infatti, ci dice di quanto si è ridotto, in percentuale, un certo evento clinico (in questo caso l’infarto) nel gruppo dei pazienti trattati rispetto al gruppo di controllo (non trattati con aspirina). I risultati vanno espressi in termini di RIDUZIONE DEL RISCHIO RELATIVO tra i due gruppi usando una semplicissima formula; non scoraggiamoci è veramente elementare, si tratta di fare in sequenza: una divisione ed una moltiplicazione.
RRR (riduzione del rischio relativo)= ARR / AR controlli x 100
Nel nostro esempio ARR = 2, mentre AR controlli = 10; inserendo questi dati nella formula otteniamo 2/10 = 0.2 x 100 = 20. Abbiamo cioè ottenuto una riduzione del rischio relativo del 20%; questo ci appare un grande risultato, contrariamente alla riduzione del rischio assoluto, precedentemente calcolata, che era un misero 2%. In effetti con il trattamento siamo passati da 10 infarti a 8, quindi abbiamo avuto una riduzione del 20% in termini relativi ma del 2% in termini assoluti. Gli stessi dati, quindi, visti da angolazioni diverse, hanno un impatto emozionale opposto, nel caso della riduzione del rischio assoluto la delusione è grande, in quella del rischio relativo si ha, invece, l’impressione che si possa ottenere molto mettendo in opera una certa strategia terapeutica e l’entusiasmo vola. Non a caso, i risultati degli studi, specialmente dalle ditte produttrici dei farmaci, vengono riferiti in termini di riduzione del rischio relativo.
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